Nardò e le sue antiche bellezze

Nardò è un comune in provincia di Lecce, nel 1952 insignito del titolo di città, conosciamo le sue meraviglie.

Nardò, origini del nome

Secondo alcuni studiosi il nome potrebbe derivare dal termine illirico nar, che significa acqua, probabilmente in riferimento a un’antica falda acquifera, presente proprio nel territorio. Non è un caso che nello stemma civico è riportato proprio uno zampillo. Inoltre, da nar potrebbe essersi generato il vocabolo greco Nerìton, il latino Neritum, fino all’attuale Nardò.

Caratteristiche storico-geografiche

Questo comune, che storicamente si è intrecciato con la vita del Frate volante Giuseppe Desa (per mezzo della diocesi di Nardò) vanta dal punto di vista del territorio una natura prevalentemente pianeggiante, con un tratto di costa ionica, a circa 99 metri sul livello del mare. È collocato nella parte nord-occidentale della provincia e proprio sul versante Ionico del Tavoliere Salentino. Nardò è anche attraversato dal Canale dell’Asso, in cui secondo gli studiosi, c’era in origine un antico corso d’acqua. La parte settentrionale del territorio appartiene alla Terra d’Arneo, fra San Pietro in Bevagna e Torre Inserraglio.

Vanta un clima prevalentemente mediterraneo, inverni miti e umidi, ed estati molto calde. La fascia costiera presenta le località balneari di Santa Maria al Bagno, Santa Caterina e Sant’Isidoro, senza dimenticare il Parco naturale regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano.

Il suo cuore pulsante è il centro storico, ricco di edifici risalenti alla tradizione barocca. Per secoli Nardò fu centro bizantino, e dal 1497 passò sotto il dominio della famiglia ducale degli Acquaviva.

Le sue origini preistoriche sono riscontrabili nelle grotte della Baia di Uluzzo. Inoltre, le prime vere abitazioni potrebbero essersi insediate nel VII secolo a.C. con i Messapi.

Nel corso dei secoli svariati noti eventi hanno toccato questo territorio, ricordiamo uno dei più importanti: tra il 901 e il 924 a. C. Nardò fu attaccata e saccheggiata dai Saraceni, provenienti dalla Sicilia.

Cosa vedere a Nardò

Ecco un elenco di alcuni dei luoghi più interessanti:

  • Parco naturale regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano: istituiti con la Legge Regionale n.6 del 15 marzo 2006, offrono allo sguardo un infinito spazio verde, a perdita d’occhio, che si estende per ben 1.122 ettari, avanzando per un lungo tratto proprio nel comune di Nardó. Qui sono nel complesso 300 ettari di pineta e 7 chilometri di costa. Luogo di Maggiore attrazione interna, per molti turisti, è la parte settentrionale, nella quale è possibile ammirare uno specchio d’acqua sorgiva ricco di flora e fauna;
  • Castello Acquaviva: le prime testimonianze riguardo questo castello sono collocabili nel XV secolo. In quel periodo il territorio vide un importante cambiamento: il passaggio dalla dominazione angioina a quella aragonese, e la salita al potere della famiglia Acquaviva. L’edificio prevede una pianta quadrangolare, circondata dalle classiche mura di protezione e un profondo fossato. Una particolarità: quattro torrioni a mandorla sporgenti caratterizzano il suo aspetto;
  • Acquario del Salento: si trova nella frazione di Santa Maria al Bagno. Parliamo di una struttura molto ampia, che infatti copre ben 350 m², realizzata in un’ex scuola materna. Questo acquario è nato grazie al progetto APREH (Interdisciplinary Acquaria for the PRomotion of Environment and History), finanziato con i fondi del Programma di Cooperazione Territoriale Grecia-Italia 2007/2013. Inoltre, per la sua realizzazione ha potuto contare anche sul supporto di enti e istituzioni quali l’Università del Salento, la Provincia di Lecce e la Municipalità di Nardò;
  • Masseria Sciogli: sono numerose le Masserie degne di nota a Nardò, segnaliamo tra le più rappresentative la Masseria Sciogli, la quale presenta due torri affiancate di epoche diverse. Inoltre, internamente, la scala di servizio della prima torre, è importante dal punto di vista storico e archeologico, perché permette di comprendere il suo sistema di difesa: definito da un ponte levatoio e una caditoia (botola), tuttora presente;
  • Palazzo Vescovile: si trova accanto alla Cattedrale, e fu costruito nel 1830 per volere dei Vescovi Lettieri, Ricciardi e Vetta. Al suo interno è possibile vedere svariate tele recanti immagini sacre, e ritratti di uomini di Chiesa, ma anche utensili d’epoca;
  • Chiesa di Sant’Antonio da Padova: anche le chiese sono davvero numerose a Nardò, per questo proponiamo quella di Sant’Antonio da Padova, la quale risale al 1497. La facciata presenta stili legati al manierismo ed è suddivisa in due ordini con coronamento mistilineo. Infine, è priva del transetto e la copertura è definita da un soffitto ligneo a cassettoni in noce.

 

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